
Masticciòn
Storie di lavoro
Di Moira Mion
Musiche in scena
Marco Rizzo
Luci in scena
Paolo Scortegagna
“È il 16 giugno 1971. Irma e Berto finalmente si sposano. Viaggio di nozze, destinazione unica: casa dei parenti bellunesi di Berto, gelatai nel ridente paesino di Abfaltersbach, 64 abitanti.”
“Una storia del mio territorio,
del paese in cui sono nata.”
Il bambino non separa, confonde i colori, i profumi, divenendo tutto ciò che tocca.
Poi, a un certo punto finge di accettare questa legge: crescere vuol dire separare.
Quando ho cominciato a separare io, c’erano bambini che giocavano “in stradea” estate e inverno e bambini che stavano chiusi nell’atrio del condominio; c’erano ginocchia disinfettate da un profumato liquido verde-presidio-medico-chirurgico e ginocchia spruzzate con l’ alcol etilico, “queo rosa che bruza e più chel bruza più el disinfetta”; c’era chi giocava con le biglie e chi con le macchinette a carica col dito; c’era chi aveva in tasca le Rossana con la carta rumorosa, e chi i ciucetti neri col rosa dentro comprati al carretto della Tillia davanti al patronato; c’erano bambini che aveva in casa el masticcion e bambini, come me, che non ce l’avevano.
Questa è la storia di Irma, una “scarpara” realmente esistita, e viva, della Riviera del Brenta. Irma è la voce di più donne impiegate nell’industria del calzaturiero di questo territorio adagiato tra le magnifiche ville venete, lungo il corso del Naviglio Brenta.
Quando l’ho intervistata, a casa sua, sulla sua credenza, c’era una bottiglia di alcool bianco: Pera Williams. Il frutto era tutto lì, dentro quella bottiglia, dietro al vetro trasparente. Mi disse di aver vissuto a lungo come quella pera, sospesa dentro la bottiglia, senza dare mai davvero un nome alle cose, chiamata al silenzio, all’immobilità, dal suo corpo intorpidito dal lavoro chino.
Poi un giorno cominciò a sentire bruciore, perché quell’alcool bianco brucia quando arriva in gola.
La storia di Irma è un viaggio nell’Italia del lavoro, in cui il tempo è scandito dai grandi successi della radio, che meglio ci aiutano a collocare i fatti, e perché no, a sognare un mondo migliore.



“El masticcion aveva un suo fascino: serviva a tacare tutto. I bambini che aveva in casa el masticcion sapevano sempre come aggiustare, costruire, tappezzare oggetti di uso comune.
Irma, la protagonista dello spettacolo
E po’ spussava de profumo.

“Irma a 11 anni va per le fabbriche con la mamma, a farsi dare lavoro, contando che la mamma era l’orlatrice lei la garzona. Ma a “metter mastice e cordarea”, nel sottoscala, Irma aveva cominciato a sette anni .
Irma da allora aveva continuato a lavorare in casa a tempo pieno fino all’età di 24 anni, faceva scarpe medio fini: la parte sinistra della Riviera del Brenta faceva le scarpe più care, mentre verso il padovano scarpe da battaglia, quelle che si vendevano nelle piazze.
Mica perché a Vigonovo, Fossò, Saonara e Legnaro non ci fossero bravi scarpari, ma proprio per diverse esigenze di mercato, per riuscire ad accontentare anche i meno abbienti, che sognavano di acquistare un bel paio di scarpe nuove senza eccessivi sacrifici.
In ogni caso, per vedere se uno era bravo a lavorare si diceva: “fai un paro de scarpe da piazza”.


