Andar Sevénte , tornar Dosàna

Andar sevénte,
tornar dosàna

Pòpi: sguardi da un trasto
Di e con Moira Mion,
tratto dalle ricerche di Meme Pandin

Pòpi va per i settanta, non torna in baréna da cinquanta anni, e sa che questa è l’ultima volta.
L’accompagna suo figlio Meme, sfidando le secche dentro ai ghebi, cercando la via tra tamerici e salicornie.

Un ricordo che certe volte morséga

Insieme, in cerca di quel che resta dell’isola dove Pòpi ha trascorso tanto tempo nella sua infanzia, in cerca del “baso de l’acqua e la barca”, un ricordo che certe volte “mòrsega”.

Da un tràsto una Pòpi adulta, più volte madre, nonna, osserva e descrive in maniera lucida i fatti della sua esistenza, non priva di ironia:

“se me metevo a vendère capèi el mondo nasseva senza testa!”.

Popi srotola e ci invita a toccare quel filo d’acqua che la lega a Chioggia, a Valle di Rivòla detta El Barenòn , a Marghera. Un unico filo fatto della medesima acqua e dello stesso respiro, quando il respiro di una donna si fa respiro della barèna, è sevènte e dosàna, cresce e cala, apre e chiude, è l’alternarsi delle maree dell’esistenza.


“La vita te la devi inventare, anche dalle piccole cose. Questo è el modo nostro de resistere, alla ciòzota”

Erminia Doria, detta Popi.